La sezione Lettere

Le lettere di Ludovico Ariosto sono 219 documenti di varia natura, e consistono in una serie di dispacci, prevalentemente di negozio, inviati in larghissima misura da Ferrara e da Castelnuovo di Garfagnana. Ariosto, nel corso della vita, non ha mai inteso pubblicarle né raccoglierle, e infatti molto scarse sono quelle di argomento spiccatamente letterario. La maggior parte dei documenti è spedita con l’intento di informare i signori estensi di quanto accade nei territori da loro governati, oppure riguarda richieste e concessioni di grazie per i crimini commessi in Garfagnana o nei territori limitrofi, in relazione al periodo in cui Ariosto è governatore di quella regione (1522-1525). Non mancano richieste di raccomandazione scritte da Ariosto in persona in favore di altri, oppure a nome di altri membri della casa d'Este a suo vantaggio. Le poche eccezioni, missive relative a questioni letterarie, sono di importanza fondamentale per la ricostruzione dei processi di edizione e della circolazione delle opere ariostesche. Si tratta di biglietti che accompagnano l’invio di opere oppure di carte nelle quali il poeta riflette sui passaggi che preludono alla stampa (a partire dalla richiesta di carta e dell’esenzione dai dazi sul suo trasporto). In numero minore sono poi le lettere di argomento familiare, limitate a un paio di casi in cui Ariosto dà notizia della morte dell’amato cugino Rinaldo e ad altri in cui, insieme alla moglie Alessandra Benucci, si occupa di alcuni aspetti dell’organizzazione delle nozze di Giovan Francesco Strozzi, imparentato con Benucci. Oltre a questi materiali se ne conoscono infine altri in cui la mano di Ariosto scrive lettere per conto di Ippolito d’Este o ancora di Alessandra Benucci, in un solo caso aggiungendo materialmente un poscritto a una lettera altrimenti tutta di mano di lei.

Quanto alla cronologia, il corpus copre, pur con diverse disomogeneità, gran parte della vita del poeta. La missiva più antica è scritta nel 1498; prima di questa data, le lettere, fonte preziosa per altre zone della sua biografia, tacciono. Solo trenta sono quelle databili tra il 1505 e il 1520; neppure una risale al 1521, mentre gli oltre due terzi del corpus vengono inviati dalla Garfagnana tra il 1522 e il 1525. Pochissime, infine, vengono inviate tra il 1525 e il 1532 (l’ultima è scritta a meno di un anno dalla morte).

Dal punto di vista materiale, i testimoni di riferimento, quasi sempre gli unici conservati, sono le lettere originali, gli esemplari, cioè, che hanno viaggiato e sono stati ricevuti dai destinatari. Per la parte restante si tratta in gran parte di documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Lucca, e trascritti in un copialettere che raccoglie il carteggio del collegio degli Anziani con gli ufficiali dei territori circostanti.

La schedatura, che sistema i dati censiti nel database Epistulae, muove dall'edizione di riferimento, a cura di Angelo Stella (Ariosto 1984), e dalla voce Ariosto del progetto 'Autografi dei letterati italiani' a cura di Simone Albonico (Albonico 2022), raccogliendo notizie rielaborate poi nella tesi di dottorato Edizione critica e commentata delle lettere di Ludovico Ariosto (De Cesare 2024). Di ciascun testimone di riferimento è fornita una descrizione, insieme a minimi dettagli interpretativi, utili a una più agevole comprensione del testo. Fondamentali per la schedatura sono stati, poi, i contributi di Giovanni Sforza (Sforza 1926) e Michele Catalano (Catalano 1930 e Id. 1931), che hanno pubblicato un’ampia mole documentaria intorno rispettivamente al carteggio di Ariosto e alla sua vita.

La schedatura propone rinvii alle altre edizioni a stampa e a documenti inediti, in continua implementazione. In corso di integrazione è anche la sezione contenuto, nella quale troveranno spazio i testi delle lettere secondo la nuova edizione, codificati in XML/TEI.

Sezione a cura di Chiara De Cesare

Data aggiornamento: 26 febbraio 2025