Cl. I B It. 2 Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea
- Sigla
- Fe BCA Cl. I B It. 2
- Biblioteca
- Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea
- Segnatura
- Cl. I B It. 2
- Abstract
Satire VII originali di M. Lodovico Ariosto poeta ferrarese, con titolo in tutte maiuscole di mano di Giovanni Andrea Barotti. Consta di 44 cc. originali (si aggiungono due guardie iniziali e due finali) con filigrana “Ancora entro cerchio”, simile a Briquet 1923: 470 (Casalmaggiore 1526) e a Piccard 1978a: IV 224-227 (Italia Settentrionale 1524-1525), organizzate in tre fascicoli segnati A-C, i primi due di 14 e l’ultimo di 16 carte, mm. 220 x 160 ca. (il foglio piegato a formare due carte equivale perciò alla metà di un foglio dei Frammenti), e forse conservati a lungo slegati l’uno dall’altro. Il ms. contiene sette testi, nell’ordine: II (1r-7r), I (7v-13v), III (7v-21r), IV (21r-26v), V (26v-34v), VI (34v-40v), VII (40v-44v). La mano è di un copista ignoto (Catalano 1925b: 58-60 lo identificò senza esitare in Gabriele Ariosto, ma lasciò poi cadere la proposta), che interviene anche per correggersi; la gran parte delle modifiche successive alla stesura base è però di A., che rimedia a sviste e, a varie riprese, rivede il testo, nella gran parte dei casi per rassettarne la lingua. I ritocchi sono spesso minimi e quasi impercettibili; le aggiunte o modifiche più consistenti alle cc. 6r, 8r, 19r, 24v, 26v, 35r, 44v. Un quadro completo delle responsabilità ariostesche riconoscibili e dei vari inchiostri che l’autore utilizzò negli interventi, in Albonico 2017 e 2019, che discute e integra la posizione di Segre (da ultimo in Ariosto 1987, edizione di riferimento) con prime indicazioni sulle campagne di revisione riconoscibili nel ms. In qualche caso (2r, 23r, 24v, 34r) compaiono, o sono state sospettate, mani diverse dalle due principali. Fra Sei e Settecento il ms. si divise in due parti, pervenute a Girolamo Baruffaldi sr. (il primo e il terzo fascicolo: vd. Capra in Ariosto 1983: 28) e successivamente a Barotti (il secondo), che poté infine riunirle (vd. la lettera del primo dei due acclusa al ms., del 21 luglio 1749): provenienza comune anteriore, la famiglia Bentivoglio o la Bevilacqua, che ebbero altri mss. ariosteschi (ipotizza Tambara in Ariosto 1903: 49, contraddetto però da Agnelli in Ariosto 1904: 7); più anticamente era stato nella disponibilità del ferrarese Agostino Mosti (1505-1584, intrinseco di A.), presso il quale lo vide Giovanni Battista Pigna (probabilmente tra il 1556 e il 1558). La segnalazione dell’incompletezza dell’ultima satira da parte di Baruffaldi 1807: 308 (« Manca nel manoscritto la fine della Satira vii »; ripreso da Antonelli 1884: 19, che dovrebbe però risalire a due decenni prima), potrebbe spiegarsi con un’indisponibilità temporanea della c. 44 (peraltro riprodotta in Ariosto 1875), che è ammalorata e separata dalla sua corrispondente 29, visto che il testo è invece completo grazie all’aggiunta autografa dell’ultima terzina (senza fondamento la falsificazione sostenuta da Capra in Ariosto 1983: 30, a cui ha creduto Marri 1984: 194). Ritenuto a lungo tutto di mano dell’autore fino alla premessa di Prospero Viani alla riproduzione del 1875, la non autografia del testo base era già chiara a Giovan Battista Pigna a metà Cinquecento, e fu riaffermata da Tambara in Ariosto 1903, su suggerimento di Francesco Flamini. Il dibattito è ricostruito da Segre in Ariosto 1987 (per la sua posizione e le conseguenze editoriali, vd. Albonico 2017).
- Lingua
- italiano
Scheda di Simone Albonico | Ultima modifica: 03 febbraio 2025
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