Cl. I 153 Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea
- Sigla
- Fe BCA Cl. I 153
- Biblioteca
- Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea
- Segnatura
- Cl. I 153
- Abstract
Si tratta del nucleo principale di documenti (carteggi, note di contabilità, copie originali) provenienti da casa A. dopo l’estinzione della casata. È suddiviso in cinque voll., i cui materiali sono disposti all’incirca in ordine cronologico progressivo, con eccezioni alla fine dell’ultimo volume.
a) i: doc. 2, cc. 4v-5v: Testamentu(m) M.ci Dni Nicolai Areosti. Estratto dal testamento del padre Niccolò (rogato da Niccolò Zerbinati il 9 febbraio 1500: l’originale dell’ASFe è edito in Catalano 1930-1931), integrato nelle carte limitrofe delle porzioni qui mancanti per mano di Luigi Napoleone Cittadella, che si sottoscrive il 15 dicembre 1866. Filigrana “Chapeau” del tipo Briquet 3407-3408 (attestazioni anni Venti-Trenta).
b) I: doc. 30, cc. 43 e 46 (solidali): Intimatione di m. Lud.co scritta a m. Rinaldo suo nipote, con filigrana “Cuore” affiancata a sinistra da I, a destra da R (senza riscontro nei principali repertori). Il titolo, d’altra mano, a c. 46v. Catalano, che (con rinvio imperfetto) segnala l’autografia della trascrizione a c. 43r, pubblica parzialmente il testo desumendolo da una copia dell’Archivio arcivescovile di Ferrara, dove è descritto come Consensus cum obligatione d.ni Rainaldi de Ariostis super testamento quondam d.ni Ludovici de Ariostis. La data di redazione dell’atto, a cura del notaio Bernardino Salveti per conto del Ludovico arciprete (zio di Rinaldo e del poeta), è 1° settembre 1503 (lo ha desunto Catalano dalla copia dell’Archivio arcivescovile), anche se in testa all’autografo compare un « 1504 » in cifre arabe: « 24 febr. 1504 » è la data forse autografa che compare, insieme ad altre annotazioni, a c. 46v. A 43r una mano ottocentesca annota « Sembra carattere del poeta Lodovico ».
c) I: doc. 31, cc. 44 e 45 (solidali): 1514. Suplicacione de la corba remessa al fatore gen(era) le, con filigrana “Bilancia” del tipo di Piccard 1978b: VII 132 (Verona 1515). Il titolo, forse d’altra mano, a c. 45v. La supplica, stesa a c. 44r tenendo il lato lungo del foglio in alto, è a nome di Rinaldo (in quel momento commissario in Garfagnana) e riguarda terreni del Polesine già concessi da Ercole d’Este al padre del supplicante (secondo quanto attestato in un « annezo decreto » che sarà rimasto con la copia consegnata al fattore generale del duca) ma occupati poi da Venezia (probabilmente nella guerra del 1482): da poco riconquistati, Rinaldo chiede di poterne riprendere lo sfruttamento (« la Corba » sarà il nome del podere). Sotto il testo della supplica una nota di segreteria funge da ricevuta e, parrebbe, datazione: « Factor G(e) n(er) alis D(omi) ni re bene intellecta et om(n) ib(us) consideratis referat. | Lud. Bonomellus [.] viij. no(vem) br. 1509 ». A fine novembre Venezia riprese i territori perduti, ma la riconquista ferrarese si consolidò il 22 dicembre 1509 con la battaglia della Polesella, celebrata anche nel Furioso (canto xl), che mise fine agli scontri. A c. 44r un’annotazione sull’autografia analoga a quella che compare sul pezzo precedente.- Composizione
- 9 febbraio 1500 - 1514
- Lingua
- italiano, latino
- Opera collegata
Scheda di Simone Albonico | Ultima modifica: 06 febbraio 2025
Permalink: https://www.ludovicoariosto.org/manoscritti/7