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Quando prima i crin d’oro et la dolcezza
vidi de gl’occhi et le odorate rose
de le purpuree labra et l’altre cose
4che in me crear di voi tanta vaghezza,
pensai che magior fosse la bellezza
di quanti pregi il ciel, donna, in voi pose,
ché ogn’altro alla mia vista si nascose
8troppo a mirar in questa luce avezza.
Ma poi con sì gran prova il chiaro ingegno
mi si mostrò che rimanere in forse
11mi fe’ che suo non fusse il primo loco.
Che sia maggior non so; so ben che poco
son disuguali et so che a questo segno
14altro ingegno o belezza unqua non sorse.